Usare l'Intelligenza Artificiale per Comporre e Prototipare Velocemente
Benvenuti nel futuro, o meglio, nel presente accelerato del 2025: un'epoca in cui le "macchine" non si limitano a quantizzare le nostre batterie, e iniziano a scrivere anche le nostre canzoni. Oggi analizziamo il flusso di lavoro dietro al brano "Finché un robot mi fregherà il mestiere". In questo video di REAPERIANI possiamo vedere un esperimento che ci mostra come l'Intelligenza Artificiale (AI) stia entrando a gamba tesa, anzi, a fader alzati, nei nostri Home Studio.
L'obiettivo è capire come questi strumenti, in particolare Suno Studio, possano diventare i nostri nuovi assistenti di studio virtuali, evitando di fare la fine dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia (e lasciare scoperta la parte più vulnerabile all'aria).
1. L'AI come paroliere: brainstorming digitale.
Tutto inizia con un'idea umana: la frustrazione di un musicista che valuta di cambiare mestiere. Per trasformare questo concetto in lirica, entra in gioco ChatGPT.
Ecco cosa ci insegna questa fase:
- Collaborazione, non sostituzione: l'AI funziona meglio quando la guidiamo. Chiedere "scrivimi una canzone" dà risultati mediocri, chiedere "scrivimi una canzone in rime che parla di "puntini puntini" ispirandosi allo stile di "vattelapesca" genera una bozza lavorabile.
- Iterazione: il primo risultato richiede quasi sempre una revisione umana. L'utente esperto prende il testo grezzo e lo "edita" per adattarlo alla metrica musicale, usando l'AI come un compagno di brainstorming instancabile e sempre disponibile.
2. Da un motivetto vocale all'arrangiamento completo.
Qui le cose si fanno interessanti per noi tecnici. Il passaggio successivo prevede l'uso di Suno con la funzione Audio Upload.
Il processo è affascinante:
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Input umano:
si carica una registrazione vocale (anche solo canticchiata o suonata alla chitarra).
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Prompting sonoro:
si descrive testualmente cosa vogliamo ottenere (es: "chitarra acustica soft, voce intima, archi delicati").
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Risultato:
l'algoritmo mantiene la melodia originale e ci costruisce attorno l'arrangiamento completo. È un po' come avere una band turnista pronta a suonare qualsiasi genere in pochi secondi.
3. La questione della qualità audio.
Senza essere dei fonici possiamo subito la differenza: la qualità audio generata, sebbene impressionante per l'ascoltatore medio su smartphone, presenta dei limiti. La "smangiatina" delle frequenze: confrontando la voce originale con quella processata dall'AI, notiamo una perdita sulle alte frequenze. Il suono risulta meno definito.
Separazione delle tracce: per mixare il brano, abbiamo bisogno delle tracce separate. Suno offre questa funzione, e in alternativa possiamo usare software esterni.
4. Suno Studio: il multitraccia intelligente.
La vera rivoluzione, che potrebbe far tremare qualche sedia in regia, è la modalità Multitraccia di Suno Studio. Immaginate di avere una sessione aperta dove potete aggiungere strumenti semplicemente chiedendolo via "prompt".
Le funzionalità chiave sono:
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Aggiunta di strumenti:
volete una sezione di ottoni? Basta selezionare una porzione di brano e digitare un buon prompt per la "Brass section". Il sistema analizzerà armonia e BPM e genererà la parte. A volte il risultato risulterà sorprendente, altre volte creerà un effetto meno apprezzabile inaspettato e/o divertente.
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Backing Vocals:
l'AI può generare cori e seconde voci comprendendo il testo principale.
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Export MIDI:
questa è una manna per i produttori. Possiamo scaricare il file MIDI della generazione AI e assegnarlo ai nostri Virtual Instruments preferiti (i nostri amati VST di alta qualità), sostituendo così i suoni "ovattati" dell'AI con campionamenti professionali.
5. Remix e prototipazione rapida.
La velocità è il vero superpotere di questa tecnologia. Possiamo prendere il nostro brano folk e chiedere all'AI di remixarlo in stile "funk, rock, dance" e via dicendo.
Questo apre a un nuovo modo di lavorare:
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Prototipazione:
possiamo esplorare dieci generi diversi in dieci minuti.
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Ispirazione:
possiamo usare l'AI per sbloccare la creatività quando siamo a corto di idee, per poi riprendere il controllo e finalizzare il lavoro manualmente.
6. Il futuro: copyright e mix engineer.
Personalmente ho molte aspettative sul fatto che il cambio di paradigma sulla generazione di contenuti fatti con l'AI impatti sul concetto di Copyright e che porti una ventata di freschezza sulle becere e vetuste limitazioni.
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Zona grigia del Copyright:
l'AI è addestrata su musica esistente. Se chiediamo uno stile di un autore, stiamo sfruttando indirettamente il lavoro dell'artista? A mio parere NO! Però il mio parere non conta e forse in futuro vedremo sistemi di royalty automatiche per gli "stili" imitati, qualsiasi bestialità umana voglia dire questa cosa.
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Il ruolo del Mix Engineer:
oggi chiediamo all'AI di comporre, e domani potremmo chiederle di mixare. Immaginate un prompt: "Mixa la batteria con compressione stile [nome brano, disco o artista]". È uno scenario possibile e nemmeno tanto lontano.
Possiamo ignorare tutto questo, comportarci come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia e sperare che passi. La verità è che facendo così lasceremo "scoperto il di dietro" esponendoci a diventare come cocchieri di carrozze senza lavoro a causa del successo delle automobili.
L'approccio migliore è cavalcare l'onda sonora: usare questi strumenti per velocizzare il flusso di lavoro creativo, generare idee e divertirci, ricordando sempre che l'emozione che genera la musica è ciò che la rende diversamente interessante per ognuno di noi.